Te più di me lamenterei verace. Eppur di rivederti un dì m' In secol che riman, non che in fugace. E perciò 'Fuggi' io dico al tempo ; e omai 'Passa pur' dico al vanitoso mondo. Mentre mi sogno quel che dici e fai Ripeto in me, 'Doman sarà giocondo, 5 Lassù fia caro il rivederci. DOLCE cor mio perduto e под perduto, Dolce mia vita che mi lasci in morte, Amico e più che amico, ti saluto. Ricordati di me; chè cieche e corte Fur le speranze mie, ma furon tue: Non disprezzar questa mia dura sorte. Lascia ch' io dica, 'Le speranze sue Come le mie languiro in questo inverno ' Pur mi rassegnerò, quel che fue fue. Lascia ch' io dica ancor, 'Con lui discerno Giorno che spunta da gelata sera, Lungo cielo al di là di breve inferno, Al di là dell' inverno primavera.' 6 Non son io la rosa ma vi stetti appresso. CASA felice ove più volte omai Siede il mio ben parlando e ancor ridendo, Donna felice che con lui sedendo Lo allegri pur con quanto dici e fai, Giardin felice dove passeggiai Pensando a lui, pensando e non dicendo, Giorno felice fia quand' io mi rendo Doman sarem -ma s' ami tu lo Laddove passeggiando a lui pensai. sai, E se non ami a che mostrarti il fondo? Gennaio 1867. Ma s' egli vi sarà quand' io vi torno, S'egli m' accoglie col suo dolce riso, Oggi ed ancor doman per l' amicizia, Ei pur, Signor, non sa Quello che E posdomani ancor se pur si vuole, Chè dolci cose apporta e non amare: E venga poi, ma non con luna o sole, Giorno d'amor, giorno di gran delizia, Giorno che spunta non per tramontare. Agosto 1867. I I Luscious and sorrowful. UCCELLO delle rose e del dolore, Uccel d'amore, Felice ed infelice, quel tuo canto Fido all' infido, tieni in freddo lido Agosto 1867. sdegna, Ei pure T'amerà s' uno gl' insegna. Se tutto quanto appar, che a Te non piace, Fugace spuma in mar, nebbia fugace: Successo o avversità, contento o duolo, Se tutto è vanita fuorchè Tu solo; Se chi non prega Te nel vuoto chiama ; Se amore amor non è che Te non ama; Dona Te stesso a noi, ricchi saremo; Poi nega quanto vuoi, chè tutto avremo : Di mel più dolce Tu, che ben ci basti; D'amore amabil più, Tu che ci amasti. Settembre 1867. |